[recensione] Fallen Enchantress

Fallen Enchantress è un gioco della Stardock Interactive appartenente a quella categoria ormai fuori moda chiamata 4X (explore, expand, exploit, and exterminate). In pratica si tratta di uno strategico a turni, quel genere lanciato dal mitico Civilization di Sid Meier. In un periodo di standardizzazione dei giochi, probabilmente dovuto al fatto che ormai la maggior parte dei giocatori usano le console e non più il PC, fa piacere vedere un titolo fatto per gamer di altri tempi e per una piattaforma di altri tempi.

FE Nasce dalle ceneri di Elemental: War of Magic, un esperimento nella stessa categoria riuscito in maniera pessima a causa di enormi errori logistici. Dopo il fallimento di WoM, la Stardock si è chiusa prendendosi tutto il tempo necessario per fare uscire un titolo decente, scegliendo la via del digital download per svincolarsi dalla logica dei tempi di stampa/consegna/distribuzione.

Fallen Enchantress narra la storia di un mondo che si risveglia dopo un cataclisma dovuto ad una guerra fra esseri di grande potenza che hanno fatto a pezzi il pianeta usando grandi poteri magici. Gli autori hanno fatto un grande sforzo per dare un background all’ambientazione del gioco, ma a mio parere essa offre una patina di profondità ad un gioco che non ne ha probabilmente bisogno.

Il gioco è un tipico sandbox: proprio come nel già citato Civilization, quando si avvia una nuova partita viene generato un nuovo mondo casuale. Dalla nostra posizione di partenza dovremo gestire il nostro Regno per farlo prosperare e possibilmente dominare il mondo contrastando i tentativi verso lo stesso obiettivo dei nostri avversari.

In questo niente di nuovo, ma per FE sono state fatte delle scelte non comuni per il genere: ci sono i combattimenti tattici (come in Age of Wonders e Master of Magic) e c’è la possibilità di progettare le proprie unità (come in Master of Orion 2). Infine ci sono i campioni, unità uniche variamente equipaggiabili, e il proprio personaggio è effettivamente in gioco, spesso come una importante risorsa militare.

Il sovrano controllato dal giocatore è un Channeler, una delle poche creature in grado di veicolare le forze residue del mondo attraverso le “shard”, schegge di potenza magica residue della guerra citata, che in pratica funzionano quasi come i nodi del vecchio Master of Magic. All’inizio della partita è possibile creare un nuovo personaggio se non si vogliono usare quelli già presenti.

Città al massimo livello di zoom

Il gioco, come già detto, è fondamentalmente un sandbox, ma viene distribuito con una campagna scriptata realizzata con i tool di modding che sono già inclusi nel gioco. L’autore principale di FE è infatti Derek Paxton, famoso come Kael nella comunità modding, alla testa di uno dei più riusciti mod di sempre: Fall from Heaven per Civilization 4.

Gli editor disponibili sono quattro: uno dedicato alle fazioni, uno per creare oggetti (un editor 3D), uno per creare “tiles”, ossia una specie di stampo per una zona di terreno che non viene generata casualmente come il resto della mappa, e infine un vero e proprio editor di mappe con la possibilità di inserire script legati a eventi.

Battaglia tattica

Ma veniamo agli aspetti fondamentali del gioco: graficamente si presenta con un aspetto che definirei strano. Tutto è renderizzato in cel shading, un tipo di texturizzazione non proprio all’ultima moda, usato spesso nei giochi legati ad anime o con aspetto cartoonesco. Il vantaggio è che il motore è completamente 3D, quindi tutto è ruotabile e zoomabile. Lo stesso motore gestisce anche le battaglie tattiche, che si svolgono su mappe generate in base al terreno su cui avviene lo scontro. La possibilità di progettare le unità ha, oltre agli effetti sulle meccaniche di gioco, un chiaro impatto sulla mappa: infatti l’equipaggiamento di ogni unità ed eroe è visibile dalla sua rappresentazione: il vostro mago ha trovato un manto di pelle di drago? Lo vedrete sulla mappa e nei combattimenti.

Stessa battaglia al massimo livello di zoom

Le fazioni disponibili inizialmente sono otto: quattro “buone” e quattro “cattive”. Sono piuttosto diverse fra loro, ben più delle razze di Master of Magic, che variavano leggermente per qualche caratteristica e poi nelle unità speciali. Alcune delle fazioni spingono verso un approccio basato sulla magia, altre su uno sviluppo dell’esercito, altre verso una forza basata su campioni e eroi.

L’intelligenza artificiale dei nemici è piuttosto sviluppata e direi decente. I mostri erranti sono forti e fastidiosi, ma tendono a rimanere per fortuna vicino alle loro tane, quindi basta evitare di disturbarli. Mi piace molto poi l’idea delle quest, delle locazioni dove si possono intraprendere delle piccole missioni con i propri eroi. In alcune zone ci sono quelle che vengono chiamate Unique Locations, pezzi di mappa controllati da mostri e magari con parti attivate da script, che presentano un’invitante zona da sviluppare ma che magari richiedono che siano completate delle quest e delle battaglie contro potenti creature prima di essere colonizzate. Ad ogni partita la componente tile e quest è diversa quindi non si vedranno facilmente gli stessi posti e gli stessi nemici.

Il gioco si può vincere in quattro modi: tramite la conquista di tutte le città avversarie, oppure lanciando lo Spell of Making, o ottenendo una vittoria diplomatica, oppure infine completando la Master Quest.

La ricerca è divisa in tre macro aree: Civics (Civiltà), Warfare (Guerra) e Magic (Magia). A meno di non prolungare artificialmente la partita è impossibile (e spesso inutile) ricercare tutto. Tutte le tecnologie offrono avanzamenti utili e spesso la scelta su cosa ricercare è difficile. Ma comunque ad un certo punto della partita dovrete decidere di specializzarvi. Per ora posso dirvi che sembra tutto molto ben bilanciato, anche con la presenza dell’editor di unità che in genere rappresenta una grandissima difficoltà di bilanciamento per gli sviluppatori.

I campioni sovrastano in potenza le unità verso la fine delle partite, ma queste restano competitive a lungo con lo scalare delle tecnologie. Possono essere aggiornate quando vengono inventati equipaggiamenti più efficienti e si possono conferire loro delle abilità in fase di creazione per specializzarle nei vari ruoli. Mi piace anche come sono rappresentate, ossia come un insieme di soldati, che vengono progressivamente eliminati quando l’unità è ferita. Questo riduce il potenziale di attacco della stessa che è dato dalla combinazione delle figure che formano l’unità (subire un attacco da un’unità con 4 soldati equivale a subirne 4 da unità con un solo soldato rimasto).

Le unità salgono di livello, ottenendo più punti ferita. Vale quindi la pena di cercare di svilupparle e non usarle come carne da macello (almeno le migliori).

La cloth map. Facendo zoom indietro sulla mappa di gioco si arriva a questa visualizzazione stilizzata.

Anche le città salgono di livello: al crescere del numero degli abitanti la città otterrà una specie di “promozione” che consente di costruire un edificio speciale, oppure che offre dei bonus in determinate condizioni. La prima scelta di questo tipo da fare (al livello 2) è la specializzazione della città. Ogni insediamento può diventare o una città, oppure una fortezza oppure un “conclave”. In una città è favorito lo sviluppo economico, in una fortezza quello militare e in un conclave, quello magico e di ricerca. Ogni tipologia ha poi degli edifici esclusivi che la rendono ancora più specializzata.

Il fenomeno del cosiddetto City Spamming, nome con cui è definita nei giochi strategici quella tendenza a riempire ogni spazio possibile con una città, è qui limitato dalle poche posizioni in cui è consentito collocare un nuovo insediamento. Si può colonizzare infatti solo la terra coltivabile, e spesso scoppiano guerre anche solo per ottenere il controllo di quel nuovo pezzetto di erba verde. 🙂

Veniamo alle cose che non mi sono piaciute:

  • Il gioco risente secondo me della mancanza di assedi. Le battaglie in città sono abbastanza significative ma assolutamente non all’altezza di quelle di Age of Wonders. La difficoltà di affrontare una città difesa da mura è solo quella di aggirare alcune caselle bloccate.
  • Secondo me le armi da tiro non sono abbastanza potenti. La cadenza di tiro degli arcieri è semplicemente troppo bassa.
  • L’iniziativa è troppo importante: tutte le unità agiscono in ordine di iniziativa, ma è possibile che un’unità molto veloce agisca anche tre volte prima che una unità lenta abbia la possibilità di fare qualcosa.
  • Le Shard che si trovano e si riescono a controllare limitano il tipo di magia da usare. La forza degli incantesimi dipende dal numero di Shard controllate del sottotipo collegato. Ad esempio il danno fatto da Flame Dart dipende da quante Fire Shard si controllano. Non si può quindi decidere a priori di avere un mago del fuoco. Se tutto quello che avete sono 4 Shard della Terra, il vostro Mago del Fuoco sarà ben poco potente…

Concludendo Fallen Enchantress è un gioco vario e appassionante, che piacerà probabilmente ai veterani del genere, ma che spero parecchi vorranno provare. Ci giocherò molto, sperando di non cadere nella morsa della sindrome “un altro turno soltanto”. Il gioco sandbox racchiude un aspetto che piace ai giocatori semi-casual: la possibilità di fare un gioco nuovo in una decina di ore. Si crea una partita e si cerca di conquistare il mondo, senza la necessità di investire centinaia di ore in un singolo titolo per vederne la fine e rischiare di perdere interesse lungo la via. In tempi di vita frenetica, questo è un aspetto da non trascurare.

CONSIGLIATO

XCOM Enemy Unknown [games]

Dopo due giorni che mi è arrivato XCOM sono riuscito finalmente ad istallarlo e a giocarci.

L’istallazione del gioco occupa circa 13GB, di cui l’85% proviene dai 2 dvd all’interno della confezione, mentre il restante 15% viene scaricato dall’onnipresente, nonché famigerata piattaforma Steam.

Avviando il gioco non si assiste ad alcuna presentazione, fatta eccezione dei vari marchi registrati; questa viene invece presentata avviando un nuovo gioco. All’inizio appare una bella citazione di Arthur C. Clarke: “Two possibilities exist: Either we are alone in the Universe or we are not. Both are equally terrifying”.

Premetto che sono un fan del mitico primo episodio, nonché dell’ostico seguito: Terror from the deep e nel vedere una mega citazione della sequenza iniziale del primo rifatta anche su questo remake mi ha piacevolmente sorpreso. Insomma iniziamo col piede giusto!

Nelle opzioni il gioco mi mette di default la grafica ai massimi dettagli con risoluzione 1920×1080 🙂

Nel selezionare una nuova partita si possono scegliere 4 livelli di difficoltà: Easy, Normal, Classic e Impossible. Easy è per le schiappe; Normal è… normal; Classic aumenta la difficoltà facendoti partire con i soldati con meno punti ferita, meno soldi e più costi di mantenimento; inoltre gli alieni avranno più punti ferita, saranno più aggressivi ed i livelli di panico dovuti alla mancata copertura/intervento nelle aree a rischio saranno superiori. Il livello impossibile forse facevano a meno di metterlo 😛

Inoltre c’è un’altra modalità che si integra con i livelli Normal, Classic ed Impossible e cioè la modalità IRON MAN. Questo non significa che per farla dovete cimentarvi nel long triathlon (con 3800 metri a nuoto, 180 Km in bicicletta e 42,195 Km per la classica “maratona” podistica), ma tale opzione non vi permetterà di ricaricare salvataggi precedenti qualora una missione vi sia andata in malora, magari con un wipeout della squadra. Comunque l’accoppiata Classic + Ironman la sconsiglio. Anzi sconsiglio definitivamente il mod ironman.

Consiglio invece di iniziare il gioco con il Tutorial che praticamente ricopre tutte le fasi del gioco e dura pure parecchio, anzi è parte integrante delle prime ore di gioco e al tempo stesso da alcuni bonus come l’upgrade per la scuola ufficiali (nella difficoltà classic il tutorial non è selezionabile).

La struttura del gioco è pressoché identica al suo predecessore. Le missioni si svolgono a turni, dove gli umani muovo sempre per primi e gli alieni a seguire. Ogni personaggio ha di base due punti azione per movimento, fare fuoco o combinare le due cose. Poi si posso prendere varie abilità per migliorarne le caratteristiche, quando i nostri soldati aumentano di livello. La parte manageriale è ben articolata, con le basi che tendono a svilupparsi principalmente sotto terra. Un bella implementazione è stata quella di infarcire sia le missioni che la parte manageriale con tante sequenze dove ci sono i vari membri della base che interagiscono, discutono e poi aspettano ordini sul da farsi, perché se non si è ancora capito nel gioco TU sei il comandante di tutte le operazioni XCOM 🙂

Passando alla realizzazione del gioco posso dire che è stato veramente ben curato, sia graficamente, che nelle musiche. Quest’ultime sono azzeccatissime e prima del lancio di una missione il ritmo aumenta con delle basi che ricordano quelle di Terminator 3. Le voci sono credibili e ben differenziate: ad esempio si intuisce che la responsabile degli scienziati è di origine tedesca per il suo spiccato accento mentre parla inglese.

Infine una cosa che a meno a me personalmente piace un botto è la personalizzazione di ogni singolo membro della squadra: Origini (europea, asiatica, americana ecc.), capelli (taglio e colore), volto (colore e peluria), nome, cognome ed anche i colori dell’armatura con ben 33 tinte diverse. Io le uso per differenziare i vari membri con le loro abilità: ad esempio ho messo un rosso al mio Assaltatore da prima linea; giallo-verde a quello che usa armi pesanti; bianco a quello che si porta dietro il medikit, nero allo sniper e verde al tactical marine.

Concludendo XCOM è un gioco di altri tempi con realizzazione e meticolosa cura dei particolari. Decisamente consigliato a Paolo perché ama i giochi a turni e a Daniele che così disinstalla Skyrim ;P

Il motto della XCOM: “Remember we will be watching”.

Lega di Blood Bowl edizione Chaos

Come forse alcuni di voi sapranno, è finalmente uscita la versione finale del gioco della Cyanide dedicato a Blood Bowl, una simulazione più o meno fedele al gioco originale di miniature della Games Workshop.

In questa edizione chiamata “Chaos” ci sono ben 23 team, incluso anche i Chaos Dwarfs, i quali mi hanno sempre affascinato e che ho sempre voluto usare (racchiudono le cose che preferisco nel mondo fantasy di Warhammer: Chaos e Nani). Il sito ufficiale si trova QUA.

Dato che è un gioco sostanzialmente inutile da giocare da soli, volevo vedere di organizzare una lega tra amici. Il gioco si può acquistare dal sito ufficiale (29.99 euro) e da Steam allo stesso prezzo. Tiziano, uno degli editori del blog, già ce l’ha ma ci servirebbero almeno altri due per la lega più piccola di 4 squadre. Più siamo comunque e meglio è. Nessun impegno, si gioca ogni tanto quando si può.

Le varie recensioni del gioco non sono il massimo ed è intorno al 70 su Metacritic. Anche se non è perfetto è da dire che ai fan del gioco di miniature potrebbe piacere non poco e mi sento di consigliarlo. A quelli che non sanno neanche cosa sia dico che è meglio che ne stanno alla larga.

Fatevi avanti che ci divertiamo 🙂

XCOM Enemy Unknown Demo

Cortissimo ma da acquolina in bocca per gli amanti del genere e cioè lo strategico a turni. Questo è il rifacimento in chiave moderna del mitico UFO: Enemy Unknown dell’ormai lontano 1994. Un gioco con cui a suo tempo “persi” centinaia di ore e sono stato molto contento e sorpreso allo stesso tempo quando ho letto la notizia di questo rifacimento…e anche un po’ timoroso del suo possibile fallimento in relazione alla sua qualità 😉

Il demo, che si può scaricare da Steam, ci guida attraverso un paio di missioni molto corte che toccano un po’ tutte le meccaniche più importanti del gioco. C’è ovviamente la classica copertura e la possibilità di sparare colpi di opportunità quando gli alieni mostrano la loro capocciona da dietro un angolo. I soldati hanno specializzazioni che gli consentono di usare armi e uno skill set diverso a seconda della loro funzionalità in campo. Nel demo ho usato una squadra di 4 soldati che comprendeva uno sniper, un’assalto, un medico e un heavy weapon.

Così a primo acchitto sembra molto bello. I soldati avanzano di livello e si possono sviluppare in maniera diversa. Hanno tutti un nome e cognome, una nazionalità (che si vede anche sul piccolo decal della bandiera sulle spalle) e muoiono come le mosche 😉 non conviene attaccarcisi troppo. Poi c’è la base in cui si trovano varie sezioni adibite a diverse attività, quali ad esempio la ricerca. Si trovano artefatti e corpi alieni da cui si possono scoprire cose diverse e consentire alla tecnologia terrestre di progredire, esattamente come nel vecchio gioco.

XCOM è in uscita il 9 Ottobre in USA e credo il 12 in Europa, per PC, PS3 e XBox360. Sto pensando di preordinarlo 😉

Qua il sito ufficiale

Da 10 anni gioca a Civilization 2: nascita di un meme

Un utente di Reddit si è rivolto alla comunità per risolvere uno stallo in cui si è ficcato giocando una partita a Civilization 2.

L’anno è il 3991 e tre superpotenze si contendono il globo, in un equilibrio di guerra su un mondo devastato.

Il caso ha voluto che alcuni ci trovassero qualcosa di profetico nello scenario dipinto dal vecchio gioco di Sid Meier. I paragoni con il mondo del 1984 di Orwell si sprecano.

Nessuno dei curiosi si è preso la briga di informarsi circa il fatto che lo sviluppo tecnologico nella partita di Civ2 è bloccato perché il gioco non prevede il futuro, quindi in esso sono inclusi soltanto sviluppi che erano prevedibili nell’anno di pubblicazione (1996).

La notizia è per me un’altra: qualcuno che gioca ancora a Civ2 (nel frattempo è uscito Civ5), sintomo della dipendenza che questo tipo di giochi inducono (e io ne sono spesso vittima). Secondo me il tipo in questione ha lanciato la nave verso Alpha Centauri, ha vinto la partita con la vittoria scientifica, quindi ha scelto di continuare, dicendosi: “faccio giusto qualche altro turno…” e si è dannato per sempre. Scrive che ha una vita e gioca anche ad altre cose, ma ogni tanto torna a questa partita. Lo scenario a causa dell’inquinamento e delle guerre nucleari è diventato una palude uniforme e irradiata. Decisamente un mondo non bello da vedere.

Ora non credo che ci stia giocando davvero da 10 anni. Che fa un turno ogni 10 giorni? E possibile che in tutto questo tempo non sia riuscito a trovare una strategia di uscita dallo stallo?

Se volete leggere ecco un po’ di link:

Il post su Reddit che ha dato inizio al meme

La sottosezione Reddit dedicata

L’articolo di Repubblica

Post su downloadblog

Sid Meier sorpreso che qualcuno giochi ancora a Civ2

Segnalazione inviata da Antonello

Game of Thrones mod per Crusader Kings 2

Lord Eddard Stark nel mod

Appena qualche giorno fa ho riproposto la mia recensione di Game of Thrones di George Martin ed ecco che la splendida mod community della Paradox interactive tira fuori una perla: un mod di Crusader Kings 2 per Game of Thrones.

Il gioco parte dalla ribellione di Robert e secondo me è perfetto a simulare le innumerevoli dinastie e la rete di intrighi e guerra che caratterizzano questa saga.

Se volete qualche info aggiuntiva c’è questo articolo di Kotaku, altrimenti potete andare direttamente alla pagina ufficiale del mod qui. Il mod è ancora alla prima release, ma c’è già un sacco di roba.

Per favore niente spoiler nei commenti 😀

Civilization V free to play su Steam

Micro post per informare i nostri lettori che Steam, il servizio di digital distribution della Valve (il sito è qui) fa un forte sconto su Civilization V. Il gioco della Firaxis è infatti in offerta a 7,49 € e soprattutto, è free to play fino a domenica sera. In pratica lo potete scaricare e giocare in versione completa per tutto il Week End. buon divertimento 🙂

[demo] Warlock: master of the Arcane

Ho appena scaricato e giocato alla demo del nuovo gioco della mitica Paradox Interactive (Europa Universalis, Crusader Kings, Hearts of Iron): Warlock – Master of The Arcane.

La demo consente di giocare per 50 turni in un mondo pre-calcolato.

Si tratta di uno strategico a turni, di stampo fantasy, appartenente al filone di Civilization e Master of Magic. Già dal primo turno  si può notare la forte somiglianza con l’ultima incarnazione della serie Civilization. Warlock prende infatti l’interfaccia a esagoni e la gestione delle città di Civ 5. Non sono sicuro ma mi sembra che i due giochi condividano il motore grafico.

Ma andiamo in ordine: il gioco si apre con un’assurda voce da falso vecchio saggio caratterizzata da una zeppola terrificante che vi dà il benvenuto a Warlock: Maffter of the arcane. Non ho sbagliato a scrivere, dice proprio “maffter”. Immaginatevi Jovanotti che vi legge un pezzo pieno di S. Purtroppo la voce leggerà anche le schermate di tutorial sparse nel gioco.

Scelta a dir poco bizzarra.

Partito il gioco vero e proprio ci si ritrova di fronte ad una grafica bella e pulita, con un’interfaccia intelligente che copre davvero poco della bella mappa strategica di gioco. Colpisce la scelta degli esagoni, ma se avete visto Civ5 non vi meraviglierete troppo.

A differenza degli strategici classici, qui la città si sviluppa direttamente sulla mappa, con le costruzioni che vanno piazzate negli esagoni adiacenti al centro cittadino. Buona scelta, elimina la necessità di fare upgrade in giro per la mappa con unità specializzate (workers, engineers, settlers) e quella di fare una rappresentazione astratta della città.

Altra novità davvero spiazzante è che non è possibile fare stacking delle unità: in ogni esagono ce ne può essere soltanto una.

Questa è una scelta che mi ha lasciato perplesso appena l’ho vista in Civ5. Introduce un elemento di tattica a scontri che nei vecchi Civ erano puramente astratti. Purtroppo l’implementazione lascia molto a desiderare: infatti il movimento degli eserciti diventa decisamente complicato. Anche se le unità hanno parecchi punti movimento, con le penalità per i terreni difficili ci si ritrova a fare mosse di una casella sola e ben presto si resta bloccati nelle strettoie della mappa. Condurre un attacco diventa un esercizio di logica e togliere dal fronte le unità danneggiate per fare una rotazione con quelle fresche è praticamente impossibile. Infatti dietro alla prima linea finiscono i tiratori (con raggio 2), che contribuiscono a rendere il marasma ancora più complicato.

Il risultato è che un nemico con una città vicina riesce, grazie alla maggiore libertà di movimento, a bloccare a lungo eserciti mostruosamente superiori.

Questa idea degli esagoni e il no-stacking la ritengo assolutamente perdente. Non vedo come possa ritenersi divertente giocare ad un videogame di conquista in cui la parte più difficile è muovere le proprie unità. Il vecchio Master of Magic aveva gli scontri tattici, lo stesso il prossimo Fallen Enchantress di Stardock oppure Age of Wonders. Se proprio non si voleva introdurre un livello simile (che di fatto è un altro gioco) era meglio mantenere la vecchia implementazione di Civ, magari mettendo un limite allo stacking.

Altre critiche sparse che mi vengono in mente:

  • favorisce il city-spamming, quel fenomeno in cui è più forte chi riempie la mappa di città, piuttosto che chi ne ha poche ma molto sviluppate. Per fortuna il micro-managing di queste è ridotto molto dalla crescita che è limitata agli avanzamenti di popolazione.
  • le promozioni che ottengono le unità quando passano di livello sono troppo poche e poco interessanti: si finisce per prendere sempre le stesse.
  • l’impossibilità pratica di far ruotare le unità al fronte rende difficile mantenere in vita le unità più esperte, cosa che andrebbe invece favorita proprio perché è stato previsto un percorso di avanzamento.
  • La magia sembra abbastanza blanda e poco efficace, ma non voglio sbilanciarmi visto che nei 50 turni della demo non si riesce ad avere un grande potenziale in questo campo.

Il gioco sarà un classico sandbox con la possibilità di giocare ogni volta su un mondo diverso generato casualmente. In questo la novità è che è possibile scegliere fino a 7 mondi paralleli oltre a quello da cui si parte. Sarebbe bello sapere se sugli altri mondi ci siano regole differenti.

Penso proprio che farò come ho fatto con Civilization 5. Seguirò il consiglio dei Van Halen: “Might as well JUMP

Buone Feste!

Ho lanciato Steam e mi sono accorto che stava facendo un update su Shogun 2. Non avendo letto nulla riguardo aggiornamenti del gioco, l’ho lanciato un po’ incuriosito e questo è quello che mi sono ritrovato: uno Shogun natalizio!

Colgo l’occasione per fare a tutti gli auguri di Buone Feste e, visto che ci sono, avviso che solo per oggi Shogun 2 è acquistabile su Steam a 9,99€.